Jacques-Louis
David è stato uno dei più grandi pittori francesi dell’800. Le sue
straordinarie opere hanno segnato un’epoca e lo hanno consacrato come uno dei
migliori pittori neoclassici. Nella sua intera carriera ha dipinto tele di ogni
genere, spaziando dagli autoritratti, passando per i quadri mitologici, fino a
giungere a lavori di cronaca, raccontando i migliori ed i peggiori momenti
della Rivoluzione Francese e del conseguente arrivo di Napoleone.
Jean-Paul Marat, amico di David, era un importante
giornalista francese, il quale, prima di dedicarsi al mondo della stampa, aveva
studiato medicina, arrivando ad esercitare anche la professione per qualche
tempo.
Con l’avvenire della Rivoluzione
Francese, cominciò ad interessarsi alla situazione e nel 1789 fondò il
giornale L’Ami du peuple, (l’amico del popolo), dimostrando di avere dei
pensieri fortemente radicali.
Si unì ai Giacobini, diventandone il presidente ed i
suoi articoli divennero dei veri e propri inni alla rivoluzione, portando i
cittadini che leggevano il giornale ad attaccare i girondini che in quel
periodo avevano il potere.
Con la
cacciata dei girondini, i giacobini di Marat avevano campo libero e formarono
immediatamente un nuovo governo; lo scrittore non si fermò e continuò a
scrivere di rivoluzione e protesta, sfociando spesso nell’eccessiva violenza. Forse
fu proprio questa eccessiva aggressività a far preoccupare Charlotte Corday,
una giovane girondina, la quale scrisse una falsa lettera di supplica per farsi
ricevere da Marat, il quale cascò nella trappola. La Corday, arrivata a Parigi
aveva un unico obiettivo: l’uccisione di Marat. Dopo aver trovato la casa in
cui abitava il giacobino, ci vollero pochi minuti prima che Charlotte pugnalò
Marat mentre si trovava in vasca.
La volontà
di realizzare quest’opera provenne dalla Convenzione dei giacobini, i quali
volevano esaltare con un quadro, il sacrificio del giornalista, il quale
sarebbe diventato un martire della Rivoluzione. David prese a cuore questo
incarico, il quale prima di realizzare la versione finale, studiò dal vivo la
maschera mortuaria di Marat, in modo tale da poter rappresentare in modo
realistico il giornalista che diede la vita per donare forza alla Rivoluzione.
Marat soffriva di una malattia alla pelle, che lo
obbligava a fare dei bagni con medicine specifiche per alleviare i dolori. Il
protagonista si trova nella vasca, privo di vita, con in mano un foglio e con
un braccio a penzoloni e con l’altro regge un foglio con alcune scritte.
Non c’è Charlotte nella scena, e ciò può far intuire
che il momento ritratto sia qualche minuto dopo l’attacco da parte della donna.
A terra c’è il coltello con cui Charlotte ha pugnalato
l’uomo a morte, facendoti capire quale è stata la causa della sua morte. Oltre
al coltello a terra, ci sono alcuni fogli, un calamaio, la penna e la vasca
sporca di sangue e coperta con alcuni veli di diverso colore. David ha inserito
volontariamente alcuni oggetti che non mostrassero la morte del giornalista
come un comune fatto di cronaca nera, ma che elevasse l’uccisione di Marat ad
un sacrificio di un eroe che ha dato la vita per un bene più grande.
Il grande altare di legno che
risalta in primo piano e su cui sono appoggiati i vari fogli, presentano una
dedica da parte dell’artista al suo amico. C’è scritto : À MARAT,
DAVID/L’AN DEUX che tradotto liberamente vuol dire a Marat da David,
l’anno secondo.
Nella mano appoggiata sulla vasca, Marat ha una
lettera in cui puoi leggere chiaramente il nome di Charlotte: questo
particolare ti fa capire che si tratta della finta lettera dell’assassina per
farsi ricevere da Marat.
L’obiettivo di David era cancellare ogni traccia di
Charlotte, facendola sparire e lasciando solo il coltello come segno del suo
passaggio; in questo modo Marat sarebbe stato ricordato per sempre, mentre la
donna sarebbe stata presto dimenticata da tutti.
Il braccio che pende del protagonista
è molto interessante: devi sapere che il suo nome, nella tradizione artistica è
indicato come il braccio di Meleagro.
Meleagro era un eroe della mitologia greca, la cui
morte è stata ritratta su molti sarcofagi ed anfore; successivamente, la sua
posizione inerte è stata molto utilizzata anche da altri artisti per ritrarre
Gesù morto ed altri importanti protagonisti dei loro quadri.
Si può notare la somiglianza del
braccio a penzoloni di David con quello di Gesù nel quadro che raffigura
la "Deposizione
di Cristo" di Raffaello.
David fu uno dei più grandi pittori neoclassici e
conosceva bene le opere di Raffaello Sanzio e di altri famosi artisti, e spesso
utilizzava i loro lavori come fonte di ispirazione per i propri disegni.
Lasciando nell’oscurità il resto della scena, David
costringe a concentrarsi su Marat e sul suo brutale omicidio. Una luce debole
proviene dall’esterno sinistro della scena ed illumina parzialmente il corpo di
Marat ormai privo di vita. Questo particolare gioco di luci ed ombre ricorda
molto i quadri di Caravaggio,
molto apprezzati da David e studiati per il suo interesse per l’arte europea
classica.
Il quadro è esposto al Museo reale
delle belle arti del Belgio, Bruxelles.
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