giovedì 27 settembre 2018

Ciambella nel mixer

Ingredienti:

  • FARINA 330 g
  • ZUCCHERO 200 g
  • UOVA n. 3
  • LATTE 180 ml
  • BURRO 150 g (a temperatura ambiente)
  • SALE un pizzico
  • LIEVITO n. 1 bustina
  • ZUCCHERO A VELO q.b.

Preparazione:

Nel MIXER: Verso tutti gli ingredienti e frullo.

Nel tegame: Imburrare ed Infarinare; Versare l'impasto e livellarlo.

Infornare, in forno già caldo, a 180°C, per 30 mins.

Lasciar raffreddare; Sformare e cospargere di zucchero al velo.

ENJOY  :-)

lunedì 24 settembre 2018

CLAUDE MONET


Claude Monet, tra tutti i pittori dell’impressionismo, può essere considerato il più impressionista di tutti. La sua personale ricerca pittorica non uscirà mai dai confini di questo stile, benché egli sopravviva molto più a lungo dell’impressionismo. La sua formazione avvenne in maniera composita, trovando insegnamento ed ispirazione in numerosi artisti del tempo. A diciotto anni iniziò a dipingere, sotto la direzione di Boudin, che lo indirizzò al paesaggio en plain air. Recatosi a Parigi, ebbe modo di conoscere Pissarro, Sisley, Renoir, Bazille. In questo periodo agisce su di lui soprattutto l’influenza di Courbet e della Scuola di Barbizon. 
Il suo stile impressionistico è fatto di tocchi di colore a rappresentare autonomi effetti di luce senza preoccupazione per le forme.

Nel 1883 Monet si trasferisce a Giverny, a pochi chilometri da Parigi, e nel 1890 acquista la casa in cui vivrà per trent'anni e che diventerà il suo rifugio fino alla fine della sua vita.
Qui inizia i lavori per la creazione di un GIARDINO con un laghetto artificiale dove far crescere le Ninfee.
Per il suo giardino Monet si ispira alla cultura e ai giardini giapponesi con un ponticello, piante esotiche e fiori di tutti i tipi.
Con gli anni il giardino diventa il centro della vita di Monet, che fa costruire una chiusa per controllare la corrente dell’acqua e anche la sua temperatura.
Tutto è progettato per essere come un’opera d’arte.
La produzione di Monet, nell’ultima parte della sua vita, è caratterizzata da opere seriali.
Tra il 1890 e il 1891 porta a termine il ciclo dei “COVONI”, seguito subito nel 1891 da quello dei “PIOPPI”.
Dal 1892 inizia il gruppo di opere dedicate alla "CATTEDRALE DI ROUEN" e infine si dedicherà completamente alle NINFEE.




"I COVONI" sono una serie di opere (come è anche il caso delle "Cattedrali di Rouen" o dei "Pioppi") che divengono principalmente un pretesto per analizzare il mutamento e le qualità della luce su di un medesimo soggetto (la banalità del soggetto scelto sottolinea proprio questa funzione). Il nome si riferisce in termine stretto, ai venticinque dipinti iniziati dopo il raccolto di fine estate 1890 e continuato fino ai primi mesi del 1891: il soggetto sono proprio dei covoni di grano ed avena disposti in aperta campagna.

Monet rappresenta dunque la medesima inquadratura, con climi, stagioni, luci, situazioni meteorologiche differenti.
Così facendo l'autore riesce, in un certo senso, a rappresentare fondamentalmente tre elementi:
1) Lo scorrere del tempo.
2) L'istantaneità.
3) La "luminosità delle cose".
Si tratta di circa 20 opere a olio su tela, realizzate en plain air tra il 1889 ed il 1891. 
Oggi le opere sono ubicate in diversi musei del mondo, per cui la serie non è esposta in modo unitario.
La composizione è molto semplice e sempre divisa in tre parti, tre fasce orizzontali:
- il cielo
- la campagna delimitata da alberi in lontananza
- due covoni in primissimo piano

"CATTEDRALE DI ROUEN" (1892-1894): “Il culmine dell’Impressionismo”. Ecco come è stata definita la serie di vedute della cattedrale di Rouen dipinta da Monet tra il 1892 e il 1894. 
La serie costituita da 31 tele che mostrano la facciata gotica della Cattedrale in diverse condizioni di luce e clima. 
Nel febbraio 1892 Monet affitta una camera che da sulla facciata ovest della cattedrale; nel corso di tre anni, da febbraio ad aprile, dipinge la cattedrale nei diversi momenti del giorno, raffigurandola nelle diverse sfumature cromatiche che la facciata assumeva durante la giornata, a volte per pochi attimi soltanto. 
La vera protagonista della composizione non è la Cattedrale, bensì il potere della pittura di rappresentare la qualità dinamica di luce e atmosfera, capace di dare vita a qualcosa di così pietrificato ed inanimato, come l’imponente facciata di una cattedrale gotica.

Alla fine degli anni ’90 dell’Ottocento Monet si dedica alla serie delle "NINFEE", facendosi travolgere dal processo creativo e rimanendo costantemente insoddisfatto dell’esito delle sue tele, che contemporaneamente diventano sempre più grandi.
Lo stesso soggetto viene rappresentato da angolazioni leggermente diverse, in varie ore del giorno, in differenti stagioni e con una luce sempre differente. La prima parte del ciclo pittorico fu presentata al pubblico nel 1909 e riscosse un grande successo e Monet decise di donare alla Francia una parte della serie, esposta ancora oggi presso il Museo de l’Orangerie a Parigi.

domenica 23 settembre 2018

"LA LATTAIA" (1660) di J. VERMEER. Olio su tela, cm 45 x 41




Ad essere rappresentata è una domestica che, di lato ad una finestra, sta versando del latte da una brocca in una ciotola di terracotta, 
Il tutto si svolge in un  ambiente  molto spartano e dimesso, illuminato da  una finestra  con grate, immancabilmente   collocata   sulla  sinistra. Da  notare  lo   straordinario  particolare di   un  vetro parzialmente rotto, dal  quale  filtra un  raggio di luce  appena  più luminoso. La LUCE illumina una parte del viso della donna (esaltando la  sua  concentrazione  in ciò che è intenta a fare) e  si posa sugli oggetti  rendendoli  vivi  e palpitanti: la  gerla appesa al  muro  assieme al paiolo d’ottone,  la brocca lucida e  smaltata, il chiodo  conficcato nel  muro, il cestino di  vimini, le  briciole  sparse sul pavimento, le  mattonelle  di  sudice  che  fanno  da  battiscopa,  l’intonaco  scrostato  dall'umidità, il piccolo e arrugginito scaldino posto per terra.
V. attraverso l'uso della CAMERA OTTICA, cerca di dare la TRIDIMENSIONALITA' nei suoi dipinti; La materia pittorica non è levigata perfettamente e le superfici sono rese con pennellate che creano campiture ravvicinate. Nonostante questo, l’effetto che ottiene è molto reale perché ottenuto SCOLPENDO PITTORICAMENTE LA LUCE. 
Precursore del PUNTINISMO, come si può vedere dalla pagnotta di pane, tende a dare risalto al Soggetto (dando un taglio netto e con colori pieni), mentre gli Oggetti sono più sfocati, e lo sfondo resta neutro.  
Importante anche la scelta dei COLORI, spiccano i colori primari, il giallo, il rosso e soprattutto il blu/azzurro: l'azzurro è un colore "nuovo", per quei tempi, costoso poichè realizzato con lapislazzuli.
Vermeer, rappresentando una pittoresca Scena di Genere e di Natura Morta, vuole accentuare l’atmosfera rarefatta di un FRAMMENTO DI VITA, il silenzio che avvolge le cose e le persone, i messaggi nascosti dietro l’apparente normalità dei gesti.
Quando V. comincia a dipingere, l'economia olandese è all'apogeo. Finita la guerra con la Spagna (1648), la ricca borghesia mercantile si è sostituita al mecenatismo della chiesa e dell'aristocrazia. La pittura olandese del 600 favorì, quindi, la produzione di piccole opere con tematiche profane adatte a decorare le case borghesi. La classe dominante, banchieri e mercanti, di religione protestante fu, infatti, lontana dal mecenatismo religioso. Paesaggi, scene di genere e ritratti furono i soggetti più richiesti e gli artisti si distribuirono in molte piccole scuole locali sovvenzionate dal piccolo collezionismo borghese.   
V. lavorò quasi sempre per lo stesso Mecenate; impiegava dai 6 ai 12 mesi per realizzare un quadro: al di là del suo voler essere estremamente meticoloso nella realizzazione di un'opera, vi era anche la motivazione che, essendo pagato ad ore, tendeva a prolungare la realizzazione di un'opera.

Come ha detto un grande storico dell'arte, C. de Toinay, in Vermeer la VITA QUOTIDIANA appare sotto l'aspetto dell'eternità.

Tagliatelle con Ricotta, Pesto, Pomodorini e Pinoli

Ingredienti:
  • TAGLIATELLE q.b.
  • RICOTTA
  • PESTO
  • POMODORINI
  • OLIO, SALE
  • FOGLIE DI BASILICO


Procedimento:

Lessare le tagliatelle.

In un tegame: Tostare i pinoli e metterli da parte. 
Nello stesso tegame: Rosolare, in poco olio, i pomodorini (se si preferisce, togliere la buccia).

In una coppa: Amalgamare la ricotta con poco pesto e con l'olio dei pomodorini; Aggiungere metà pinoli, il basilico tagliuzzato ed un pò di acqua di cottura. Aggiungere le tagliatelle.

Servire, aggiungendo gocce di pesto, i pomodorini ed i pinoli.


ENJOY  :-)


giovedì 6 settembre 2018

Muffin di patate con cuore filante

Ingredienti:
  • PATATE q.b.
  • UOVA q.b.
  • PARMIGIANO q.b.
  • PANGRATTATO q.b.
  • OLIO, SALE, PEPE q.b.
  • MOZZARELLA q.b.
  • SPECK q.b.

Procedimento:

Sbucciare e lessare le patate; Scolarle.

In una coppa: Schiacciare le patate; Aggiungere un uovo per volta, parmigiano, pangrattato, sale e pepe: dovrà risultare piuttosto compatto.

Tagliare a fette la mozzarella ed a striscioline lo speck.

Oliare e cospargere di pangrattato i pirottini di alluminio.
Versare una cucchiaiata di purè; Schiacciare con un bicchierino oliato o bagnato e modellare con le dita. 
Disporre una fettina di mozzarella e striscette di speck.
Coprire con altro purè e chiudere i bordi.

Infornare, in forno già caldo, per 30 mins, a 200°C.

Sfornarli e sformarli.
Servire caldi in modo che la mozzarella sia filante.

NOTA1: naturalmente si possono rendere vegetariani, eliminando lo speck.
NOTA2: si può utilizzare anche prosciutto cotto od altro salume

ENJOY :-)