lunedì 2 settembre 2019

JAN VERMEER - il Maestro olandese della Luce

JAN VERMEER, nasce a Delft in Olanda nel 1632, figlio di un mercante d’arte e tessitore di seta che influenza la futura carriera nell’arte di Vermeer e che inizia la sua formazione artistica intorno al 1640.
Maetro della "LUCE OLANDESE", interpreta in modo personale gli studi del chiaroscuro di Rembrandt (e quindi di Caravaggio), creando dipinti di rara poesia che traggono ispirazione dalla REALTA' QUOTIDIANA, Rritraendo momenti intimi della VITA DOMESTICA. La sua pittura è lenta e realizzata con raffinatezza cromatica (con pigmenti elaborati e costosi) e di poetico valore della LUCE: i Soggetti vivono come fuori dal tempo, in un'atmosfera sospesa.
La pittura olandese del 600 favorì la produzione di piccole opere con tematiche profane adatte a decorare le case borghesi. La classe dominante, banchieri e mercanti, di religione protestante fu, infatti, lontana dal mecenatismo religioso. Paesaggi, scene di genere e ritratti furono i soggetti più richiesti e gli artisti si distribuirono in molte piccole scuole locali sovvenzionate dal piccolo collezionismo borghese. Jan Vermeer fu protagonista di questa stagione e furono famose sono le sue scene di interni con figure femminili.

Analizziamo 4 delle 36 opere riconosciute che ci ha lasciato in eredità l'Artista.

“La LATTAIA” del 1660, una delle più famose della PITTURA DEL GENERE del ‘600, offre una immagine di serenità domestica molto suggestiva e particolare; era favorita la produzione di piccole opere con tematiche profane adatte a decorare le case borghesi. La classe dominante, banchieri e mercanti, di religione protestante fu, infatti, lontana dal mecenatismo religioso. Paesaggi, scene di genere e ritratti furono i soggetti più richiesti e gli artisti si distribuirono in molte piccole scuole locali sovvenzionate dal piccolo collezionismo borghese. Jan Vermeer fu protagonista di questa stagione e furuno famose sono le sue scene di interni con figure femminili.
Nel dipinto La lattaia il modellato della donna è morbido e la luce che proviene dall’esterno crea la spazialità dell’ambiente. La materia pittorica non è levigata perfettamente e le superfici sono rese con pennellate che creano campiture ravvicinate. Nonostante questo, l’effetto che Vermeer ottiene è molto reale perché ottenuto scolpendo pittoricamente la luce.
Lo Spazio del dipinto è un ambiente chiuso. L’illuminazione proviene dalla finestra che si vede chiaramente sulla parete di sinistra. La luce colpisce la donna e la natura morta di fronte a lei in modo diretto e mette in evidenza i volumi. Il volto della lattaia è illuminato per la sua metà sinistra così come il corpo e le braccia. Jan Vermeer utilizza l’illuminazione per creare zone di interesse nella sua composizione. Infatti, è, soprattutto, la natura morta in primo piano ad essere descritta nei particolari in modo poetico, dalla luce che filtra dalla finestra. Il tono generale del dipinto è caldo ed i colori sono tutti parte di una gamma di marroni, gialli e ocra.


"DONNA CON BROCCA D'ACQUA" del 1665, In una stanza di un'agiata casa olandese, una donna sta aprendo una finestra sulla sinistra, mentre con l'altra mano impugna la brocca in metallo di un acquamanile. Vari oggetti rivelano lo stato benestante della casa: la vetrata elaborata alla finestra, il prezioso tappeto orientale che copre il tavolo, il cofanetto aperto da cui sporge un nastrino e un filo di perle, la sedia intagli e schienale in pelle fissato con borchie, la carta geografica appesa alla parete neutra. 
Incredibile è la RESA LUMINOSA e gli effetti dei vari materiali, dal soffice tappeto alla trasparenza semiopaca del vetro, fino al lustro del metallo di brocca e bacile, che riflette ad esempio il motivo tessuto che copre il tavolo. Nuovamente sono principali i COLORI PRIMARI: la cromia è dominata dai toni del giallo e dell'azzurro, con la vivace nota di contrasto rossa nell'angolo inferiore sinistro. 

"RAGAZZA CON TURBANTE" o "RAGAZZA CON L'ORECCHINO DI PERLA" (1666), soprannominata da molti come “la Monna Lisa olandese”, è un dipinto che appartiene al genere olandese dei “TRONIEN”: ritratti in costume esotico con personaggi biblici o del passato. L’artista produsse una serie di opere di tal genere che, all’epoca, erano piuttosto richieste. 
Il colore più diffuso nel dipinto è il bruno molto scuro, quasi nero del fondo. Da questo colore emergono per luminosità il ritratto della ragazza. Poi, l’abito chiaro e la fascia che scende dalla sua nuca. Mentre il tessuto che porta intorno alla fronte è blu cobalto. L’incarnato è rosa ocra con ombre bruno scure. Infine, le labbra sono colorate di un rosso acceso. Risulta un forte contrasto di luminosità tra la figura della ragazza e il fondo scuro. La luce proviene da sinistra e illumina direttamente il viso della ragazza, il colletto bianco la parte superiore del turbante. Si creano, inoltre, ombre scure e profonde a destra della figura. Nel dipinto è ritratta una giovane rivolta a sinistra. Il viso è voltato di tre quarti. Gli occhi, invece sembrano puntati direttamente verso l’Osservatore, creando una certa suggestione. 


"La MERLETTAIA" (1970) una giovane donna intenta al suo lavoro. Il volto della giovane è reclinato verso il tavolo inclinato sul quale sta assemblando il merletto.
Nonostante il viso sia rappresentato di scorcio è possibile notare la grande attenzione che la merlettaia pone al suo lavoro. Vermeer utilizzò una sintesi di mezzi espressivi. L’ambiente viene descritto in modo efficace, nonostante l’artista abbia compiuto una riduzione notevole di dettagli. Infatti Vermeer si concentrò esclusivamente sul personaggio della ragazza. Il dipinto incornicia orizzontalmente la scena. All’interno dell’inquadratura rientrano, a sinistra, il tavolo da lavoro con alcuni strumenti necessari a raccontare l’attività svolta sulla scena. A destra, quasi in modo speculare si trova il campo destinato a ospitare il lavoro e le mani della ragazza in movimento. Nella parte alta e superiore, non esattamente al centro, si trovano il busto e il volto reclinato della merlettaia. Le diagonali del dipinto si incontrano, comunque, al centro del busto della ragazza, in un punto sulla linea compositiva, che va dal volto della ragazza alle sue mani. La linea obliqua formata dal tavolo da lavoro inclinato, prosegue, poi, a sinistra, sugli oggetti di servizio rendendo dinamico e meno rigido l’impianto compositivo.
È l’ILLUMINAZIONE ad essere il vero oggetto dell’interesse artistico dell’artista fiammingo in questo dipinto. La tecnica che utilizzò Jan Vermeer per realizzare gli effetti luminosi sulle mani e sul volto della donna si ritrova, così, in altre sue opere. Per realizzare le parti più luminose, l’artista dispone sulla tela dei puntini colorati che donano grande luminosità fondendosi quando osservati a distanza. Questa tecnica suscitò l’interesse di molti artisti dopo di lui. Infatti una certa critica la considera una delle fonti di ispirazione per la nascita dell’IMPRESSIONISMO. La Merlettaia fu molto apprezzato da Renoir. L’artista, infatti, la definì una delle tele più belle del mondo accanto a Imbarco per Citera di Watteau.



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