lunedì 24 settembre 2018

CLAUDE MONET


Claude Monet, tra tutti i pittori dell’impressionismo, può essere considerato il più impressionista di tutti. La sua personale ricerca pittorica non uscirà mai dai confini di questo stile, benché egli sopravviva molto più a lungo dell’impressionismo. La sua formazione avvenne in maniera composita, trovando insegnamento ed ispirazione in numerosi artisti del tempo. A diciotto anni iniziò a dipingere, sotto la direzione di Boudin, che lo indirizzò al paesaggio en plain air. Recatosi a Parigi, ebbe modo di conoscere Pissarro, Sisley, Renoir, Bazille. In questo periodo agisce su di lui soprattutto l’influenza di Courbet e della Scuola di Barbizon. 
Il suo stile impressionistico è fatto di tocchi di colore a rappresentare autonomi effetti di luce senza preoccupazione per le forme.

Nel 1883 Monet si trasferisce a Giverny, a pochi chilometri da Parigi, e nel 1890 acquista la casa in cui vivrà per trent'anni e che diventerà il suo rifugio fino alla fine della sua vita.
Qui inizia i lavori per la creazione di un GIARDINO con un laghetto artificiale dove far crescere le Ninfee.
Per il suo giardino Monet si ispira alla cultura e ai giardini giapponesi con un ponticello, piante esotiche e fiori di tutti i tipi.
Con gli anni il giardino diventa il centro della vita di Monet, che fa costruire una chiusa per controllare la corrente dell’acqua e anche la sua temperatura.
Tutto è progettato per essere come un’opera d’arte.
La produzione di Monet, nell’ultima parte della sua vita, è caratterizzata da opere seriali.
Tra il 1890 e il 1891 porta a termine il ciclo dei “COVONI”, seguito subito nel 1891 da quello dei “PIOPPI”.
Dal 1892 inizia il gruppo di opere dedicate alla "CATTEDRALE DI ROUEN" e infine si dedicherà completamente alle NINFEE.




"I COVONI" sono una serie di opere (come è anche il caso delle "Cattedrali di Rouen" o dei "Pioppi") che divengono principalmente un pretesto per analizzare il mutamento e le qualità della luce su di un medesimo soggetto (la banalità del soggetto scelto sottolinea proprio questa funzione). Il nome si riferisce in termine stretto, ai venticinque dipinti iniziati dopo il raccolto di fine estate 1890 e continuato fino ai primi mesi del 1891: il soggetto sono proprio dei covoni di grano ed avena disposti in aperta campagna.

Monet rappresenta dunque la medesima inquadratura, con climi, stagioni, luci, situazioni meteorologiche differenti.
Così facendo l'autore riesce, in un certo senso, a rappresentare fondamentalmente tre elementi:
1) Lo scorrere del tempo.
2) L'istantaneità.
3) La "luminosità delle cose".
Si tratta di circa 20 opere a olio su tela, realizzate en plain air tra il 1889 ed il 1891. 
Oggi le opere sono ubicate in diversi musei del mondo, per cui la serie non è esposta in modo unitario.
La composizione è molto semplice e sempre divisa in tre parti, tre fasce orizzontali:
- il cielo
- la campagna delimitata da alberi in lontananza
- due covoni in primissimo piano

"CATTEDRALE DI ROUEN" (1892-1894): “Il culmine dell’Impressionismo”. Ecco come è stata definita la serie di vedute della cattedrale di Rouen dipinta da Monet tra il 1892 e il 1894. 
La serie costituita da 31 tele che mostrano la facciata gotica della Cattedrale in diverse condizioni di luce e clima. 
Nel febbraio 1892 Monet affitta una camera che da sulla facciata ovest della cattedrale; nel corso di tre anni, da febbraio ad aprile, dipinge la cattedrale nei diversi momenti del giorno, raffigurandola nelle diverse sfumature cromatiche che la facciata assumeva durante la giornata, a volte per pochi attimi soltanto. 
La vera protagonista della composizione non è la Cattedrale, bensì il potere della pittura di rappresentare la qualità dinamica di luce e atmosfera, capace di dare vita a qualcosa di così pietrificato ed inanimato, come l’imponente facciata di una cattedrale gotica.

Alla fine degli anni ’90 dell’Ottocento Monet si dedica alla serie delle "NINFEE", facendosi travolgere dal processo creativo e rimanendo costantemente insoddisfatto dell’esito delle sue tele, che contemporaneamente diventano sempre più grandi.
Lo stesso soggetto viene rappresentato da angolazioni leggermente diverse, in varie ore del giorno, in differenti stagioni e con una luce sempre differente. La prima parte del ciclo pittorico fu presentata al pubblico nel 1909 e riscosse un grande successo e Monet decise di donare alla Francia una parte della serie, esposta ancora oggi presso il Museo de l’Orangerie a Parigi.

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