martedì 15 ottobre 2019

Marc GROTJAHN


ASTRATTISMO è il termine da affiancare a un artista contemporaneo che non ha intenzione di essere figurativo nella propria arte in quanto si pone come obbiettivo il raggiungimento, sempre maggiore, dell’astrazione: si tratta di Mark Grotjahn, un pittore americano che crede fortemente nell’importanza di attribuire un ricco significato alle proprie creazioni artistiche.
Ispirato da Kandinsky, Klee e dal Bauhaus, Mark Grotjahn è particolarmente noto al pubblico come il realizzatore della serie Face Paintings, facce aventi occhi che ricordano l’aspetto di un totem, che immergono lo spettatore in un mondo magico e primitivo, e della Butterfly series, in cui delle farfalle sembrano svolazzare con le loro ali colorate e dalle linee marcate verso coloro che le ammirano.
L’interesse per la costruzione dell’immagine tridimensionale su un piano bidimensionale è il fulcro del lavoro dell’artista, ove due o più punti di fuga sono il mezzo impiegato per l’ottenimento dell’effetto ottico.
Quando si osserva un’opera di Grotjahn, si pensi alla serie FACE PAINTINGS, lo sguardo del fruitore viene catturato al centro dell’opera e successivamente si espande verso l’esterno in modo simmetrico. Cosa ricorda questo “accesso centrale”? Sicuramente la prospettiva Rinascimentale, un paragone inevitabile, una tecnica straordinaria che ha permesso all’artista di riempire gli spazi della tela in modo più veloce. L’osservatore, in virtù della distanza che mette tra sé e l’opera, è in grado di cogliere le forme del mondo naturale, quali arbusti, foglie o insetti, oppure perde l’orientamento in un intricato labirinto di linee e colori, lasciandosi coinvolgere in quell’effetto ottico studiato dall’artista come se fosse un gioco.
Non solo prospettiva, ma anche colore e atmosfera caratterizzano la serie delle farfalle, dove giochi di colore coinvolgono lo spettatore, imprigionandolo prima nella tela e poi catapultandolo all’esterno.
Non è necessario che esista il FIGURATIVISMO in un’opera per poter coinvolgere emotivamente l’osservatore, Mark Grotjahn ha saputo dimostrare come si possa essere attratti da un manufatto artistico semplicemente lasciandosi trascinare all’interno della tela da un gioco ottico fatto di linee e colori, ove regina è la prospettiva, che da secoli coinvolge gli ammiratori dell’arte.



"NUOVA CAPRI"

La sua più grande mostra di nuovi lavori fino ad oggi. Derivanti da un corpus di opere che ha creato per una presentazione privata sull'isola di Capri, nel 2016, questi dipinti segnalano una direzione completamente nuova nella pratica di Grotjahn, mentre si distacca dai dipinti del volto a favore di un processo di lavoro più sperimentale e spontaneo.

Nei suoi dipinti, disegni e sculture, Grotjahn intreccia e rivitalizza vari modi storici di astrazione, sondando i limiti tra gesto e geometria, impulso ed esattezza. Le sue opere si svolgono secondo rubriche precise ma mutanti, risultando in un ampio vocabolario di motivi visivi che migrano da una serie all'altra in permutazioni compulsive e autoreferenziali. Come sezioni trasversali sedimentarie o paesaggi senza orizzonte, la serie Capri contrappone la qualità allover dell'espressionismo astratto con momenti di logica controllata, quasi minimalista.

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