martedì 31 dicembre 2019

Marc CHAGALL

Marc CHAGALL (1887-1985) Pittore bielorusso di origine ebraica chassidica, naturalizzato francese. Il suo vero nome era Mark Zacharovi Šagalov, abbreviato in Šagal.
Rappresenta il FAUVISMO ONIRICO: il suo Mondo Poetico si nutre della Fantasia infantile e della potenza trasfigurante delle Fiabe russe.
La semplicità delle Forme, lo collega al primitivismo della pittura russa del primo Novecento. Con il passare del tempo, il COLORE, nei quadri di Chagall, supera i contorni dei corpi espandendosi sulla tela. Così le FIGURE si espandono in macchie o fasce di colore, secondo modalità operative simili a quelle degli artisti degli anni Cinquanta che aderivano alla corrente del TACHISME (da tache, macchia).

Colori potenziati in modo espressionista – come VAN GOGH -, deformazioni – qui gioiose – delle figure, primitivismo, joie de vivre come per MATISSE. I suo dipinti non hanno nulla della scientificità del rilevamento surrealista del sogno, nonostante si inseriscano in una dimensione onirica, che egli coglie sia dal proprio passato che, come appare evidente, da un’osservazione delle opere di Gustave MOREAU, pittore simbolista che mostra un mondo sovrannaturale, popolato di creature spirituali, che si collocano tra gli uomini e gli angeli.
L’artista sceglie il punto di vista dell’INFANZIA e riproietta i propri Ricordi e le proprie Emozioni attraverso l’occhio incantato del bambino. Ogni sua osservazione genera uno stupore che abbiamo dimenticato. Il mondo privo di gravità consente a meravigliose creature di librarsi nel cielo, come angeli. Non esiste gravità, pensiero negativo, dolore che non sia celestialmente compensato, nei quadri dell’artista. L’occhio infantile è selettivo rispetto al meraviglioso e decontestualizza, come avviene in Chagall, un personaggio, un particolare, un animale, ritagliandolo dal “rumore di fondo” del contesto per conferirgli un’evidenza assoluta. Anche l’Artista pare ritagliare i propri Personaggi, accostandoli spesso, tra loro, con volute difformità proporzionali. Il volo e la leggerezza appartengono a questa dimensione gioiosa.

E’ poi il GRANDE AMORE tra l’uomo e la donna a consentire agli adulti di tornare a una felicità senza peso. In molti quadri di Chagall ricorre l’immagine degli SPOSI.
Lei è BELLA ROSENFELD, amatissima moglie del pittore. E’ lei la donna in volo. Lei, splendida, intelligente, ricca di grazia e di dolcezza.

"Luci del matrimonio" 


La storia di questo dipinto cominciò nel 1944, quando, dopo la scomparsa dell’amatissima moglie Bella, Chagall cadde in una profonda depressione, tanto che per un anno non dipinse più.

Ma un anno dopo, ritrovata la forza di vivere e lavorare, realizzò uno dei suoi capolavori.

Omaggio al libro di memorie scritto da Bella, Lumières allumées, il dipinto riassume tutti i temi cari a Chagall, come la donna amata, la musica, la presenza di creature fantastiche, tra il sogno e il ricordo.

Il dipinto è con due distinte visuali, me
ntre la luce divide la scena, a destra si vede la città natale del pittore, con sotto un baldacchino due giovani sposi che iniziano il cammino della loro vita insieme, preceduti da un suonatore di violoncello e un violinista.

La parte sinistra dell’opera, anche se è parte della gioia degli sposi, raffigura l’inconscio, il lato spirituale del momento.

Da un cerchio blu emerge una fantastica creatura alata con la testa di capra, che beve da una coppa il vino raffigurato con un intenso colore rosso sangue.

In basso un uccello, forse un gallo, porta sulle spalle una coppia d’innamorati, mentre timidamente fa capolino un suonatore di tamburo che si sporge senza lasciare le protettive ali della creatura.

In alto un flautista suona una dolce melodia per questo magico momento, mentre un lampadario con le candele accese illumina la strada agli sposi e vivifica il tramonto alle spalle del centro abitato.

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