L'insediamento religioso di Sant'Angelo de la Ricza, meglio conosciuto come San Michele delle Grotte, sorge parte in forma ipogea, parte costruito in muratura, nel centro urbano di Altamura lungo via Madonna della Croce, in una zona situata all'interno della cerchia muraria megalitica. Secondo alcuni studiosi, il complesso di grotte risalirebbe al X sec. d.C., mentre la prima testimonianza archivistica, che riguarda la chiesa dedicata all'arcangelo Michele, è del 1424. L'insediamento è costituito da due vaste grotte, di cui una adibita a luogo di culto e alla quale si accede da un giardino che si trova sotto il livello stradale. Le altre cavità, abitate in antico da una piccola comunità agro-pastorale, risultano oggi distrutte dalla dilagante urbanizzazione dell’area. Fino all'Ottocento la chiesa fu officiata da molti cappellani e ricevette numerosi lasciti che consentirono nel corso degli anni diversi interventi strutturali. Nel 1803 alcune grotte dell'insediamento furono utilizzate come sepolcro delle truppe francesi che si erano acquartierate in Altamura l’anno precedente. Alla chiesa sotterranea e alle grotte adiacenti si accede attraverso un ampio atrio di forma rettangolare. L'ingresso si apre al centro di una facciata in muratura; al di sopra della porta, in una nicchia, era collocata la statua in pietra dell'arcangelo Michele (XVIXVII sec.) ora rimossa dal suo sito originario dopo un tentativo di furto. L'interno, a volta bassa sostenuta da cinque pilastri ricavati nel banco tufaceo, è diviso in tre navate; altrettanti altari sono collocati sul fondo della parete. L'altare centrale, composto da una semplice mensa a gradini, poggiante su una base ornata da una grande croce e due volute laterali, è il più antico esistente in Altamura e risale al XV sec. Il pavimento, realizzato nel 1690 da un anonimo artista di Laterza, è costituito da piastrelle di maiolica decorate a motivi floreali (grandi margherite) dai colori turchino e giallo antimonio su fondo bianco. Sull'altare principale, su quello di destra e sui pilastri, si trovano numerosi affreschi risalenti al XIV e al XVII sec. Riveste un discreto interesse una nicchia con decorazioni pittoriche realizzate nel Settecento nella quale veniva conservata l'acqua santa proveniente dalla grotta-santuario dell'arcangelo Michele nel Gargano. Un’iscrizione, inserita in un cartiglio, ricorda lo stretto legame esistente tra la chiesa sotterranea altamurana e quella più famosa del nord della Puglia. In una piccola abside, che sovrasta l'altare principale, è situato un grande affresco raffigurante una Deesis con la tradizionale effigie di Cristo Pantocratore tra la Vergine Maria e San Giovanni Battista. Per impostazione e qualità d'esecuzione, il dipinto si inserisce nell'ambito della cultura figurativa pugliese del XIV sec. e rivela analogie con l'affresco presente nella cripta del casale di Iesce. Un dipinto a fresco dell'arcangelo Michele tra i Santi Leonardo e Lorenzo campeggia sull'altare di de-stra. Alle estremità si trovano le immagini dell’Angelo Custode con Tobia e San Dionigi l'Areopagita, la cui figura si staglia su un paesaggio urbano nel quale non è difficile riconoscere la sagoma della cattedrale di Altamura. Tutte queste opere sono del XVII secolo. Sul pilastro di destra, guardando verso l'abside, è raffigurato San Nicola di Mira in abiti episcopali (XIV-XV sec.) mentre sul primo, a sinistra dell’ingresso, si trova l'immagine di Santa Lucia, raffigurata a mezzo busto, con capo velato (XVII-XVIII sec.). L'arcangelo Michele, San Nicola e San Dionigi sono santi comuni alla devozione dei pellegrinaggi; ciò ha fatto avanzare l'ipotesi che la chiesa possa essere stata ab antiquo luogo di raccoglimento spirituale per i numerosi viandanti che attraversavano il territorio di Altamura.
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