martedì 11 ottobre 2022

CORATO – DOLMEN DEI PALATINI

 CORATO – DOLMEN DEI PALATINI



Il Dolmen dei Paladini si ubica in agro di Corato a confine con quello di Bisceglie. Si raggiunge da Bisceglie percorrendo la SP85 in 9 chilometri circa dalla uscita della 16 bis Bisceglie centro e da Corato proveniendo dalla SP 2 (Corato-Ruvo) fino a raggiungere l'incrocio con la SP 85 direzione Bisceglie. Esso è posto sugli ultimi balzi della bassa Murgia, circondato soprattutto da uliveti ed attiguo ad una cava di pietra in disuso, segni tangibili della trasformazione del paesaggio dovuta alla intensa attività umana con diverse connotazioni. L'itinerario partirà dall'ingresso sulla SP85 costeggiando la cava di pietra calcarea oggetto di approfondimento nel corso di illustrazioni e varie attività da parte dei collaboratori alla giornata, giungendo alla immersione in boschi di ulivo, attualmente coltivati da contadini attenti alla salvaguardia degli impianti vetusti e novelli, in un periodo di tragica esposizione alla minacciosa Xilella che tanto sta devastando il sud della Puglia, trasformando il paesaggio da florido a spettrale, commovente epilogo di una storia millenaria.
Conosciuto anche come Dolmen Colonnelle, dato il nome della contrada, e dei Giganti, esso è datato tra il terzo ed il secondo millennio avanti Cristo nella fase media dell'età del Bronzo. A poca distanza dal più noto Dolmen della Chiana in territorio di Bisceglie (sempre raggiungibile dalla stessa SP85) e gli altri nello stesso agro, con questi di inquadra come tipologia essendo una tomba a galleria. Oggetto di scavo dagli inizi del Novecento dal prof.Gervasio, poi dalla dott.ssa Radina ed in ultimo dal dott. Ruggiero, oggi si presenta leggibile pur dopo manomissioni umane in varie epoche. Ricoperto in origine da un tumulo ellittico di circa 16 metri con lastroni contornanti il corridoio di accesso e la cella unica presentante la ricopertura su tre lastre, con un masso di circa 8 tonnellate di peso; questo ha fatto nascere la leggenda della presenza di giganti, unici a poter sollevare massi di tali dimensioni, e tale leggenda, come afferma il Gervasio, ha concorso attraverso i secoli a salvare il monumento dalla distruzione (noi oggi aggiungiamo, in minima parte).
La peculiarità è il suo uso funerario e, come gli altri, la posizione su punti particolari del territorio e la loro monumentalità. Orientato verso Est, catturando i primi raggi del sole nel corridoio, unisce il monumentale segno di morte a quello di contatto con la vita, dato anche dalla forma uterina del suo interno, quasi, in maniera suggestiva, a riportare il defunto deposto nel grembo materno della terra, ma a ricevere vita dal sole che nasce.
COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?
Un info point gestirà la partecipazione dei visitatori, dando indicazioni anche per l'eventuale prosecuzione di visita ad altri monumenti presso i territori confinanti

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