martedì 11 ottobre 2022

LECCE – CHIESA SS. NICOLO’ E CATALDO

 LECCE – CHIESA SS. NICOLO’ E CATALDO



Il complesso monumentale dei Ss. Niccolò e Cataldo costituisce una memoria storica importante della nostra città, forse nota più ai turisti che non a molti – per fortuna non a tutti – leccesi. Una eredità del passato che, a ritroso, proietta Lecce in una dimensione spazio-temporale che cavalca circa sei secoli di storia, dalla fine del XII secolo fino almeno al XVIII, senza dimenticare però il cruciale passaggio delle strutture del monastero all'allora Università degli Studi di Lecce: ed era il 1994. Un po' romanticamente, mi piace immaginare la chiesa e il monastero, meravigliosamente sopravvissuti, come i due ventricoli di un cuore che battono all'unisono: un bene vivo del nostro patrimonio culturale.
La chiesa – preziosa gemma del Romanico pugliese – è la parte più antica, e genuina: è ubicata fuori dalle mura urbiche della città, cui tuttavia era direttamente collegata attraverso uno dei suoi assi viari principali che in parte ricalca l'attuale tracciato del viale di San Nicola.
Si tratta di un edificio con impianto basilicale con tre absidi orientate, molto vicino ad tipo c.d. ‘a croce contratta', con il braccio longitudinale scandito in tre navate, e quello trasversale collocato al centro dell'impianto. Pilastri e semipilastri cruciformi, sormontati da grandi capitelli, sostengono le coperture (a botte nella navata centrale e a crociera nelle due laterali): al centro svetta l'alto tamburo ottagonale della cupola. L'esterno attrae però forse ancor più la nostra attenzione, non solo per la sua armonica unitarietà ritmata da una teoria continua di archetti ciechi, ma anche per il prezioso portato scultoreo e documentario: in facciata e lungo la fiancata meridionale, a destra, si aprono infatti due grandi portali lunettati, incorniciati da fasce digradanti di arenaria finemente cesellati, quasi intagliati come legno, a riprodurre elementi vegetali. Alla base delle due lunette corrono due iscrizioni, la carta d'identità della chiesa stessa, in cui sono trasmessi la data di fondazione – 1180 –, il nome del committente – Tancredi, ancora conte di Lecce prima della sua incoronazione a re di Sicilia dal '90 al '94 –, la dedicazione a san Nicola di Myra, e Agnus forse il protomagister responsabile del progetto. Già questo sarebbe sufficiente a fare della chiesa e del complesso monastico benedettino, passato alla congregazione di Monte Oliveto nel 1494, una tappa imperdibile di Lecce. Agli Olivetani si devono peraltro gran parte degli interventi di epoca moderna: Gabriele Riccardi, p.e., realizza le due acquasantiere ricavate nelle colonne immediatamente all'ingresso della chiesa; la prima versione degli altari laterali poi rifatti nel 1626 e nuovamente nel corso del XVIII secolo; e la statua di San Nicola, oggi collocata nella navata sinistra ma originariamente posta sull'altare maggiore (pure quest'ultimo rimosso nel Settecento per far posto all'altare marmoreo che oggi si vede), anch'esso rifatto dal Riccardi, cancellando l'abside medievale; nel 1600 è completata la decorazione ad affresco. I due altari delle famiglie Grandi e Condò sono riscostruiti – come detto – nel 1626 e dedicati rispettivamente a santa Scolastica e a santa Francesca Romana. Al primo ventennio del Seicento si aggancia anche pure la decorazione pittorica sia delle coperture, sia del nuovo coro. L'ultimo, significativo rifacimento interessa la facciata, documentato da un'iscrizione collocata sul fastigio ‘a greca' che reca la data 1716: riallestita in chiave barocca la tradizione locale la vuole progettata da Giuseppe Cino, anche se non è del tutto peregrina l'attribuzione a Mauro Manieri dei primi anni. Alla chiesa, già nel Medioevo, erano associate le strutture del monastero che oggi si conserva nelle forme che assunse in epoca moderna: dei due chiostri, quello adiacente alla chiesa fu completato già nel 1559 e ospita lo straordinario pozzo a baldacchino cinquecentesco – ubicato nel secondo chiostro –, coperto da un cupolino dal disegno ottagonale sorretta da quattro colonne vitinee, e che diviene simulacro del sacramento del battesimo e la cui acqua assurge a simbolo di purificazione e di rinascita.
COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?
La visita comprenderà anche il Cimitero monumentale di Lecce con descrizione delle artistiche cappelle. Il Cimitero monumentale di Lecce, costruito a metà dell'800, in seguito all'Editto napoleonico di Saint-Cloud, sorge fuori delle mura urbane, nell'area antistante la chiesa medievale dei S.S. Niccolò e Cataldo, annessa al monastero degli Olivetani. Nella sua parte monumentale risulta un complesso di notevole interesse storico-artistico, vero 'museo all'aperto'. I principali monumenti commemorativi, datati prevalentemente tra gli anni Quaranta dell'800 e la fine del `900, appartengono alla memoria storica e culturale della città . (Marika Battista)

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