martedì 11 ottobre 2022

MONOPOLI – MASSERIA LAMALUNGA

 MONOPOLI – MASSERIA LAMALUNGA



La masseria è collocata in un'area rurale a pochi chilometri da Monopoli, ai confini con il territorio di Fasano, immersa tra uliveti, orti e un piccolo agrumeto, in cui è presente la "lama Lamalunga" da cui deriva il nome della stessa e della contrada.
La Masseria fortificata Lamalunga, ieri Lamacupa, è un complesso rurale con un frantoio ipogeo, sorto nel Quattrocento in un punto dominante della pianura su di una lama le cui grotte i pastori utilizzavano come rifugi o case. Alessandro Manfredi, nobile tarantino, eletto Vescovo di Monopoli nel 1456 comprò per il nipote Guidotto, nel 1466, dal Conte di Conversano la tenuta, costituita dalle attuali masserie Trappetello e Lamalunga. In quest'ultima, in stanze riccamente decorate, abitava il signore con la sua famiglia. Nel 1677 adiacente alla masseria fu costruita una piccola cappella dedicata a san Francesco d'Assisi a cui seguirono aggiunte settecentesche. Era una grande proprietà terriera in grado di pagare i tributi al Regno di Napoli e alla Curia (per una costruzione utilizzata dai Cavalieri di Malta, come risulta da documento del 1753). Dal 1865 la masseria passò ai Ghezzi, dote di Donna Maria Concetta Manfredi, moglie del barone monopolitano Tommaso Ghezzi Petrarolo, figura di spicco del Risorgimento meridionale, discendente da nobile famiglie spagnola, uomo colto. A 25 anni Sindaco poi Consigliere provinciale e Deputato provinciale alle Opere Pubbliche. Congiurò nella sua casa in via Dieta contro il regime borbonico e fu tra i capi dei moti del 1848. Arrestato e condannato a 19 anni di carcere con la confisca dei beni, ne scontò 5 a Procida e Nisida. Morirà 3 anni dopo il rientro a casa, il 24 maggio 1858. Nel Salone nobile è presente lo stemma delle famiglie Ghezzi e Manfredi. Dal 1888 la proprietà è della famiglia Capitanio; a quest'ultima resta oggi, dopo vari frazionamenti, solo la masseria Lamalunga.
Edificio a forma di L, con muri perimetrali in blocchi di tufo, volte a botte e padiglione, coperture a terrazza con affaccio su uliveti, con adiacente la piccola chiesa. Protetta da mura di cinta, torrette di avvistamento o garitte, caditoie, al centro del complesso c'è un cortile con un pozzo di grandi dimensioni con ambienti utilizzati come stalle, depositi per le carrozze e altro su cui è collocato un piccolo campanile

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